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DANZA CLASSICA E DISTURBI ALIMENTARI

Uno studio recente (Arcelus et al., 2014) ha rivelato come i ballerini, soprattutto di danza classica, abbiano un rischio 3 volte più elevato rispetto al resto della popolazione di sviluppare un disturbo alimentare, e di come circa il 20% degli studenti delle accademie ne soffra. In particolare il disturbo più diffuso in questa categoria è risultato essere l’anoressia nervosa.

Chiaramente NON è la danza in sè, ma l'AMBIENTE , a poter indurre questi problemi. Un ambiente fatto di persone, che con parole e gesti possono incidere, positivamente o negativamente, sulla psiche altrui.


 I fattori che rendono quello della danza un ambiente a rischio sono diversi. Per prima cosa, nella danza il corpo è il protagonista, è continuamente in mostra e su di esso si riversano standard elevatissimi ed ideali di perfezionismo. asta leggere quanto scrive Alessandra Celentano, coreografa, sul suo sito internet, per farsene un’idea: "I danzatori lavorano con il corpo e questo dev’essere in un certo modo. Se una ragazza non ha i requisiti fisici indispensabili per fare la ballerina, io lo dico". "L'atteggiamento per cui il fisico non conta, secondo il mio parere, sminuisce la nobiltà dell’arte della danza e crea false illusioni".


Inoltre, quello della danza è un ambiente fortemente

competitivo e i requisiti richiesti da un insegnante o dai regolamenti delle accademie richiedono determinate misure corporee e pesi pericolosamente bassi per i giovani, spesso ancora in fase di sviluppo.


Un altro fattore di rischio è costituito dalla presenza di

specchi che rappresentano un continuo monitoring del proprio corpo, soggetto pertanto a continua valutazione da parte di sé stessi e degli altri.  Anche il fatto di indossare abiti stretti, che accentuano e definiscono le forme corporee, può contribuire. 


La ballerina Gelsey Kirkland ha raccontato nella sua autobiografia di aver sviluppato un disturbo anoressico nel periodo in cui era prima ballerina della compagnia di ballo New York City e di come la compagnia stessa attribuisse una tale importanza alla magrezza da creare “un’estetica da campo di concentramento”.


Mariafrancesca Garritano, ex ballerina solista alla Scala di

Milano, nel suo libro "La verità, vi prego, sulla danza!", racconta di

diete punitive ed un fortissimo spirito di competizione: una gara a chi mangia di meno, ragazze giovanissime che consumano, al giorno, solo uno yogurt e un frutto sottoponendosi anche ad esercizi massacranti.


La danza è chiaramente uno sport estetico, e ancor prima di questo è un'arte, per cui indubbiamente l'estetica conta. Ma nel 2021 non è possibile che ancora l'estetica sia legata al concetto di magrezza. L'estetica dovrebbe essere legata al movimento, all'interpretazione di un brano o alla capacità di trasmettere emozioni nel pubblico, non a quanto un ballerino pesa o a quanto sporgono le sue ossa sotto la pelle.   


BIBLIOGRAFIA

  • Il fisico? Un requisito indispensabile. Alessandra Celentano, 2017. https://alessandracelentano.it/index.php/2017/04/09/il-fisico-un-requisito-indispensabile/
  • Effect of teaching with mirrors on body image and locus of control in women college ballet dancers. Radell, Adame e Cole, 2003. Perceptual and Motor Skills 95(3 Pt 2):1239-47
  • The effect of ballet dance attire on body and self-perceptions of female dancers. Price & Pettijohn,2006. Social Behavior and Personality: An international journal, 34(8), 991-998.
  • Dancing on My Grave: An Autobiography. Gelsey Kirkland, 1986. Doubleday.
  • Prevalence of Eating Disorders amongst Dancers: A Systemic Review and Meta-Analysis. Arcelus et al., 2014. European Eating Disorders Review 22(2).
  • La verità, vi prego, sulla danza! Mariafrancesca Garritano, Marygarret, 2010. Italia Press
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